Abbiamo intervistato Manuel Bova partendo dall’umorismo di “Pronto?! Madre?” fino a “Un millimetro di meraviglia” e “Al mare non importa”.

Abbiamo intervistato Manuel Bova partendo dall’umorismo di “Pronto?! Madre?” fino a romanzi strutturati come “Un millimetro di meraviglia” e “Al mare non importa”.

 

Intervista n. 260

 

Manuel Bova

 

 

Come prima domanda le chiederei di presentarci la sua ultima raccolta di racconti “Pronto, madre”

Si tratta di una serie di dialoghi con mia madre estratti dalla mia pagina facebook. Questo filone nasce per gioco ma ben presto diventano i pezzi tra i più apprezzati così ho deciso di raccoglierne una parte e creare un libro perfetto per la festa della mamma

 

 

I dialoghi tra figlio e madre sono molto coloriti e le espressioni che vengono utilizzate sono molto fantasiose e divertenti, quanto c’è della sua interazione con sua madre in queste vicende?

Madre è molto sarcastica e ironica. Ho preso tanto da lei. Ovviamente questi racconti sono ingigantiti e colorati ma, ahimé, c’è più di un fondo di verità.

 

Al di là delle situazioni che vengono raccontate trovo che sia comunque una realtà il fatto che generazioni di giovani si perdano su questioni una volta elementari, lei cosa pensa

Penso che sia così da sempre. Tante cose si imparano “sul campo” e trovo che sia giusto così. Forse siamo più impediti di chi è venuto prima e forse chi verrà dopo lo sarà ancora di più ma ci sono cose in cui siamo più ferrati. Sono solo i tempi che cambiano ma non credo sia una cosa per forza negativa.

 

L’anno scorso usciva “Un millimetro di meraviglia” caratterizzato da tre storie apparentemente in parallelo che in qualche modo finivano per convergere e questo senza che il lettore se ne accorgesse anticipatamente, cosa ci racconta di quel romanzo?

Un millimetro di meraviglia è sicuramente un romanzo complesso sia come intreccio sia nella fruizione. Ma è stato bello scriverlo, mi sono affezionato a Nina e ai personaggi secondari così come, in qualche modo, anche agli altri due protagonisti anche se uno dei due è un assassino. Vorrei tanto farlo conoscere sempre di più quel libro perché meriterebbe, secondo me, di essere letto.

 

 

 

I temi affrontati in quel libro erano tanti e non tutti emergevano subito, e nessuno di questi era trattato in modo retorico. Quanto è difficile riuscire in questa operazione?

Confesso che mi viene naturale affrontare determinate tematiche da angolazioni differenti. Mi piace offrire sguardi diversi al lettore.

 

Mi ha molto colpito il titolo del libro “Un millimetro di meraviglia”, l’accostamento di una misura molto piccola con un’emozione molto grande e trovo che sia lì la chiave di volta per capire lo svolgimento del romanzo e le caratteristiche dei personaggi che non si svelano mai del tutto, condivide?

Sì ma non è solo quello, un millimetro di meraviglia è il meccanismo dei giochi di magia eseguiti da Nina. Una carta più corta di un millimetro, una fessura in una scatolina di un millimetro. In quel millimetro c’è la meraviglia di chi vede il gioco di magia

 

Per la protagonista la casa di riposo per anziani del lunedì era come una sorta di buen ritiro e in effetti le persone che incontrava rappresentavano forse gli elementi migliori della storia. Quanto e importante la valorizzazione prima di tutto umana degli anziani?

Tantissimo, loro sono ciò che diventeremo, probabilmente diversi ma comunque così e la loro memoria e ciò che rappresentano è veramente fondamentale. Bisognerebbe creare momenti di aggregazione tra anziani e bambini.

 

Una cosa che ho notato è il ricorso a capitoli brevi, una cosa che si ritrova anche nelle altre sue opere, è un modo per rendere più agile la lettura o c’è un’altra ragione?

Ho constatato che il lettore ha più voglia di andare avanti, si trova costantemente a chiedersi cosa c’è dopo ed è una struttura narrativa che mi sta molto comoda.

 

Tornando ancora indietro arriviamo a “Al mare non importa“. Che ricordi vuole condividere di quell’esperienza narrativa?

Sarò sempre grato ad Al Mare non Importa, mi ha fatto arrivare a Sperling, mi ha aperto la strada verso la narrativa e mi ha fatto conoscere a migliaia di persone. Me lo porterò sempre nel cuore

 

 

 

Lei ha realizzato dei romanzi molto articolati e allo stesso tempo molto scorrevoli e ricchi di spunti di riflessione, quali sono i suoi modelli o scrittori di riferimento in questo senso?

Amo follemente Pennac e mi piace la Perrin ma ci sono anche tanti italiani che stimo, uno su tutti è Marco Presta che scrive in modo simile al mio ma non è l’unico.

I Social sono una piazza di incontro/scontro sempre più presente, che rapporto ha con questa realtà e che importanza hanno nella sua vita?

Senza i social non sarei qui a rispondere a queste domande, ma i social sono solo uno strumento. spesso se ne fa un uso pessimo ed è davvero un peccato. Sono importanti per me ma qualche volta sento il bisogno di staccare

Come ultima domanda le chiedo qual è per lei l’opera giusta per entrare in confidenza con la sua proposta narrativa?

Sicuramente Al mare non importa, tutto inizia lì

 

Intervista di Enrico Spinelli

 

AL MARE NON IMPORTA Manuel Bova

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