
1991 La prima indagine di Franck Sharko, di Franck Thilliez (Fazi – maggio 2025)

Con 1991, Franck Thilliez compie un tuffo vertiginoso nel passato, riportandoci agli esordi della carriera del suo iconico protagonista, Franck Sharko. L’autore sceglie di ambientare l’intera vicenda in un’epoca senza internet, senza DNA profilato in banca dati e senza tecnologia avanzata: un ritorno alle basi dell’indagine poliziesca, in cui intuito, deduzione e sudore erano le armi principali degli investigatori. Ed è proprio in questo contesto che il lettore incontra un giovane Sharko, ancora inesperto, ma già segnato da un’ossessione per la giustizia che lo accompagnerà per tutta la carriera.
La trama si snoda nella Parigi del 1991, una città avvolta da un’atmosfera grigia, quasi claustrofobica, dove la burocrazia poliziesca è lenta e l’informatizzazione agli albori. Thilliez ci mostra un Sharko acerbo, non ancora il profiler acuto che conosciamo nei romanzi successivi, ma un poliziotto caparbio, curioso, disposto a rischiare tutto per scoprire la verità. L’indagine prende il via con un cold case apparentemente marginale, ma ben presto i fili si intrecciano in una tela molto più ampia e sinistra, che coinvolge ambienti corrotti, silenzi istituzionali e una scia di morte che affonda le radici in una rete invisibile.
Uno dei punti di forza del romanzo è proprio la caratterizzazione di Sharko: Thilliez ne costruisce il passato pezzo dopo pezzo, mostrandoci le prime ferite, le prime intuizioni, i primi errori. La sua solitudine, il desiderio di giustizia, la difficoltà di adattarsi a un mondo investigativo ancora intriso di gerarchie e maschilismo sono tratti che umanizzano profondamente il personaggio. In 1991, Sharko non è ancora l’eroe: è un uomo in costruzione, ed è proprio questo a renderlo affascinante.
La scelta dell’anno 1991 non è solo una cornice temporale, ma una vera e propria chiave narrativa. La mancanza di strumenti moderni costringe il lettore – e il protagonista – a un’indagine più lenta ma anche più tangibile, dove ogni indizio ha un peso specifico e ogni passo falso può essere fatale. Thilliez riesce con maestria a evocare quel mondo ormai scomparso, fatto di dossier cartacei, telefonate dai telefoni a gettoni e archivi polverosi.
In conclusione, 1991 non è solo un thriller coinvolgente e ben costruito: è anche una riflessione sul tempo, sul mestiere del poliziotto e sull’evoluzione di un personaggio diventato cult. Per chi conosce già Franck Sharko, questo romanzo è un tassello fondamentale per comprenderne le origini; per chi si affaccia per la prima volta al mondo di Thilliez, è un ottimo punto di partenza per entrare in una saga che sa unire tensione, profondità psicologica e scrittura di qualità
Recensione di Paolo Pizzimenti
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